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Quando ti innamori della musica

Inserito da on febbraio 2 – 09:00 | 461 visite

Non ho memoria esatta di quando mi sia innamorata della musica la prima volta; so che sono stata educata ad ascoltare un certo tipo di canzone piuttosto che un altro da mio fratello più grande di me di un numero di anni sufficiente dall’essere lui a decidere cosa ascoltare e quando. Io mi devertivo a ripetere a mio modo quelle parole in inglese che mi sembravano così strane e buffe per il suono e per il modo in cui le pronunciavo. Poi, crescendo, ho iniziato ad associare una musica ad uno stato d’animo, ad un sentimento o ad un luogo in cui ero solita ascoltare una canzone oppure ad un ricordo per fissarlo meglio nella  memoria e ad arricchirlo di pathos e coinvolgimento emotivo. Ricordo una cassetta degli U2 che mio fratello portava con sè ovunque quando si spostava da casa ed aveva una radio portatile per ascoltarla. La portava davvero ovunque, anche in estate con la nostra famiglia, perchè lui aveva circa tredici anni ed io cinque e si viaggiava tutti insieme. Ogni volta che ci si spostava con la nostra Fiat 127 lui metteva la cassetta nella radio e quella era la colonna sonora di un viaggio da un paese all’altro della Calabria, quando d’estate negli anni ’80 il sud era affollato di umili operai che facevano rientro nel paese di origine per unirsi ai parenti più cari. E’ da allora che ho iniziato a capire quanto fosse fondamentale la musica per completare l’essenza di una persona che vive di affetti vicini e lontani, di ricordi antichi che risalgono all’infanzia e che rimangono con te per tutta la vita perchè la mente collabora con il cuore per creare quello spazio così intimo da non sapere come esprimerlo ma che dà forza e conforto nei momenti difficili. Io ricordo che in quel breve viaggio che mi portava da una nonna all’altra, cantavo in inglese  ridendo e scherzando con il ragazzino che mi sedeva  accanto mentre respiravo l’odore del mare che arrivava dai finestrini tirati tutti giù perchè non esisteva l’aria condizionata in auto, ma nessuno di noi ne sentiva la necessità. Io, al contrario, mi sporgevo con la testa fuori per sentire l’aria contro il mio viso. Ascoltavo Bono che cantava parole incomprensibili per me, ma il suono e la sua voce erano coinvolgenti anche alle orecchie di una bambina. Guardavo dal finestrino un paesaggio sormontato da un sole che al tramonto si nascondeva dietro la Sicilia e che sembrava riuscissi a toccare se solo avessi allungato meglio il braccio. Era tutto lì, nello spazio che stava tra  quell’auto e  quel paesaggio come se facessero parte di un quadro perfetto: i mei genitori, mio fratello, il mare calmo al tramonto e la musica da colonna sonora per completare l’opera. Non mancava nulla per essere felice e per sentirsi protetta da un ambiente che mi coccolava con il suo affetto insieme alle parole cantate da una band che ho iniziato ad amare e che ancora oggi fa parte della mia vita presente e futura.

I sentimenti che provo sono confortati e rafforzati dalle persone a cui voglio bene e che so non mi deluderanno mai, ma molto spesso ho bisogno di mettere ordine in me, così torno alle origini grazie alla musica, ma non una qualsiasi. Solo Bono sembra capire cosa provo, e per ritrovare me stessa cerco lui e la sua band che sono il simbolo di amicizia, impegno come artisti e come uomini che non vivono nel mondo delle star, ma con i piedi piantati per terra occupandosi, come solo loro sanno fare, della vita delle popolazioni più povere.

Tra le mie prime canzoni degli U2 ricordi “Gloria” e “Sunday Bloody Sunday”; quest’ultima, in particolar modo, mi vedeva coinvolta per l’impegno della band contro la guerra, la violenza ed il sangue versato da giovani innocenti in nome della libertà e dell’amore per il proprio paese. Valori in cui non smetterò mai di credere, come credo che chi incontra un certo genere di musica non può non avere un animo puro e sentimenti che nutrono il cuore con battiti nuovi.

C’è chi si è innamorato della musica quando da piccolo andava in giro con la bici sul cui manubrio aveva installato una radio da cui usciva la voce di Bono. Quel ragazzino, in calzoncini e ciabatte, andava in giro fiero per la sua invenzione, perchè la musica ci accompagna in ogni nostro viaggio, breve o lungo che sia. Ci si innamora degli U2 perchè nasce una passione viscerale che ci porta a volte a piangere di notte mentre si ascolta una loro canzone o a non riuscire a trattenere le lacrime sulle note di Pride.

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