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L’Innocenza ritrovata. U2eiTour 15-16 Ottobre 2018 – Milano

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U2eiTour 15-16 Ottobre 2018 – Milano
L’innocenza ritrovata.

Il cammino dell’Innocenza e dell’Esperienza si ferma, per chi sta scrivendo ora, a Milano con la terza e quarta data nel capoluogo lombardo.
Il viaggio iniziato tre anni fa, con la parentesi revival The Joshua Tree Tour 2017 assolutamente in tema, trova ora il suo compimento.
La band è in forma strepitosa nonostante la stanchezza evidente dopo tre tour consecutivi in tre anni, i quattro suonano benissimo e si divertono.
La setlist ha finalmente trovato un nuovo equilibrio dopo gli show americani e la prima parte di quelli europei: il nuovo blocco composto da Zoo Station – Stay- Who’s Gonna Ride Your Wild Horses – The Fly è qualcosa di incredibile.
Bono ha parlato molto del periodo che riguarda Achtung Baby, ricordando a tutti come la band fosse sull’orlo dello scioglimento o come ha detto più precisamente:

“a Berlino la guerra era finita ma non per gli U2”.

L’Esperienza è un trauma, e cosa è stata per gli U2 la realizzazione di Achtung Baby se non un trauma? L’album che li ha quasi distrutti li ha infine salvati da loro stessi.
L’atmosfera di questi concerti richiama in parte le sensazioni dello Zoo Tv Tour con Zoo Station e The Fly (clamorosa per pathos ed esecuzione quella del 16 ottobre) tirate a lucido come non si ascoltavano da anni.
Who’s Gonna Ride Your Wild Horses dopo essere stata proposta dagli U2 nei mesi passati era stata messa da parte probabilmente per una resa non soddisfacente.
Ora invece abbiamo un’esecuzione praticamente perfetta, emozionante e commovente. Malinconica, potente e viva grazie alle note dolce-amare della canzone.
Il pezzo si inquadra perfettamente nella sequenza dedicata al periodo berlinese degli U2, ricordiamo anche che nella “Baby version” contenuta nel cofanetto per il ventesimo anniversario di Achtung Baby, le parole “innocence” e “experience” sono pronunciate da Bono nei primi due versi.
Questa è una di quelle canzoni che indica lo stato della salute della band: i quattro la suonano come se fosse l’ultima notte del mondo con Larry Mullen, su tutti, che ci mostra di nuovo un drumming potente e fresco come non si vedeva da molto tempo.
Il discorso vale in realtà per tutta la scaletta e vale anche per i concerti dal 2015 ad oggi, la qualità di esecuzione odierna degli U2 è tornata al loro massimo.
Stay merita un discorso a parte. Struggente e commovente è una di quelle canzoni capaci di far cantare tutta l’arena come i singoli più recenti.
Beautiful Day, Elevation e Vertigo rimangono le canzoni più “contestate” dai fan storici sebbene l’impatto sul pubblico suggerisca tutto il contrario.
Sono cose di cui abbiamo già parlato.
Le canzoni di Songs Of Innocence hanno lasciato spazio a quelle di Songs Of Experience che si sono legate perfettamente con i vecchi successi della band quali I Will Follow e Gloria, solo per fare due esempi.

Gli U2 sono oggi una band veramente consapevole del suo potenziale e si prendono anche il loro tempo per scatenarsi e far scatenare il pubblico. I finali prolungati di Beautiful Day e Vertigo ne sono la testimonianza così come i lunghi cori del pubblico alla fine di Pride o la lunga intro di Get Out Of Your Own Way.

“Buonasera Milano, MacPhisto al vostro servizio.”

Questo tour segna anche il ritorno di MacPhisto, l’alter ego luciferino di Bono.
I suoi discorsi sono sempre pregni di satira e di ironia, dandoci un punto di vista, tra il serio ed il faceto, sulla situazione globale attuale del nostro mondo.
Dopo 27 anni finalmente gli U2 suonano Acrobat e lo fanno solo ora perché forse è questo il momento in cui c’è bisogno di questa canzone.
Ancora così attuale dopo tanti anni, Acrobat è un inno alla resistenza. Oggi più che mai deve esserlo.
Il Diavolo esiste. È la cattiva coscienza.
Bono torna ad usare il suo alter ego come Shakespeare usava la figura del “fool” per esporre il suo pensiero durante lo svolgimento delle sue opere.

Mi sento in dovere di fare una piccola digressione.
– Bono canta di certe tematiche da quarant’anni, e premesso che è giusto che parte del pubblico sia d’accordo e parte non lo sia, ha poco senso lamentarsi di discorsi “politici”.
Il pensiero di Bono o degli U2 è il libero pensiero di un’artista e di un gruppo che canta di politica sin dai suoi esordi alla fine degli anni ’70.
Fare musica spesso vuol dire fare anche politica.
Non comprendo queste lamentele così come non comprendo quelle a proposito della scaletta e dell’esecuzione delle canzoni.
Ad altri tipi di sterili polemiche è bene invece, forse, non rispondere neanche più. –

Una menzione speciale va a al nuovo arrangiamento di New Year’s Day che dona nuova linfa vitale a questo successo intramontabile.
Dopo l’intermezzo dedicato a (RED) e ONE il concerto si avvia verso la conclusione.
Landlady si andata ad unire alle canzoni suonate dal nuovo album, in apertura The Blackout e Lights Of Home risplendono di luce propria insieme alla corale Get Out Of Your Own Way mentre You’re The Best Thing About Me con il passare del tempo si fa apprezzare sempre di più nella versione intima ed acustica.
Se Landlady è fonte di commozione ed emozioni forti il resto è tutto in crescendo. One è sempre la solita sicurezza mentre Love Is Bigger Than Anything In Its Way è il nuovo grande momento corale del concerto.

Tutto assume un senso alla fine con 13 (There Is A Light). Questo è il momento in cui i contorni si fanno sfocati e i confini cadono indicando un’unica via.
E ce la indica Bono camminando con passo cadenzato.
Il senso ultimo di questa storia è continuare sempre a cercare l’Innocenza, tenendo ben presente che è l’Esperienza, così spietata, a governare il mondo e le nostre vite.
Ritrovare l’Innocenza dev’essere l’obiettivo della nostra vita.
Innocenza che Bono ritrova sotto forma di lampadina (la luce guida sopra la sua testa) nascosta nel modellino della sua vecchia casa a Cedarwood Road che tre anni fa era sopra il cosiddetto “I stage” dove la band inizia il cammino dell’Innocenza e che ora è sopra il palco dell’esperienza o “E stage”.
Non bisogna mai smettere di cercare quella luce e, se la si trova, non bisogna mai lasciarla spegnere.

Ed ecco ancora che accade la magia.
Le parole di Bono si fondono con le nostre, i suoi pensieri si fondono con i nostri.  È un’unione di anime, avendo anche la consapevolezza che gli U2 dopo la fine di questo tour si prenderanno una lunga pausa.
Metaforicamente quel Bono che va via così cantando, da solo, è un Bono anziano e saggio che ritrovata l’innocenza perduta, è finalmente in pace con sé stesso.
Sarà un ricordo indelebile vederlo passare a poca distanza da me cantando

“This is a song / A song for someone / Someone like me”.

Perché questa è una canzone per qualcuno come Bono.
Come noi fan.
Per qualcuno come me.

Essere fan degli U2 è, oggi più che mai forse, una fortuna ed un privilegio.
Quando un giorno sarà tutto finito, quando l’Esperienza avrà fatto il suo corso, toccherà a noi fan intraprendere il cammino per ritrovare l’Innocenza perduta.
Tramanderemo ricordi bellissimi di una storia senza tempo che però non è ancora giunta alla sue fine.

Foto in evidenza © @daniDpVox

Video © Poxly1975

 

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