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RollingStone: Bono ricorda David Bowie ‘Lui è la mia idea di Rock Star’

Inserito da on gennaio 28 – 00:29 | 1.441 visite

Foto by © Kevin Mazur

“Era così vivido. Così luminoso. Così fluorescente. Il cielo è più scuro senza di lui Bono.

Nel numero di Rolling Stone uscito il 29 gennaio 2016 in memoria di David Bowie diversi artisti rendono omaggio al compianto cantante, cantautore innovatore del pop.

Tra questi anche il nostro Bono; ecco alcuni estratti dal suo sentito ricordo:

Bono parla di come il ‘Duca Bianco’ sia sempre stato la sua idea di Rock Star e di come ora, in sua assenza, egli veda il cielo più scuro:

“Ho giocato ad essere una rock & roll star, ma non ne sono davvero una. David Bowie è la mia idea di rock star. In questo momento, sono in Myanmar, un piccolo ritaglio fuori dalla reazione alla morte di David, ma vi posso assicurare che il cielo è molto scuro qui senza lo Starman“.

Ricorda quando lo vide per la prima volta esibirsi a Top of the Pops nel 1972, mentre cantava Starman; divenne un buon motivo per avere un televisore a colori in casa. Lo paragona a Elvis Presley, un Elvis inglese, con la stessa padronanza fisica del palco, originalità e creatività.

E riflette sul modo in cui Bowie lo abbia aiutato a trovare porte in … altri mondi”:

“Con Bowie sentivi la sensazione che se ti imbattevi in lui potevi trovare quelle porte che ti portavano verso altri mondi. Nella mia mente da ragazzo Life on Mars stava più a significare “C’è davvero vita sulla terra?”, “Siamo tutti vivi?’, “E’ tutta qui la vita sul nostro pianeta?”.

E alcune di quelle porte che Bowie ha aperto mi hanno portato ad altri artisti. Ad esempio Brecht o Burroughs, o a Springsteen che era ai suoi inizi. Ma la porta piu importante che Bowie mi ha spalancato è stata quella dove c’era Brian Eno dietro di essa”.

Parla di come gli piaceva considerarsi “amico di David”, anche se forse era più un suo fan.

Racconta delle visite della leggenda inglese durante il mixaggio di Achtung Baby agli Hansa Studios di Berlino, e dell’utilissimo scambio di idee con la band sia per quel loro glorioso album sia per il musical di Spiderman, a cui assistette con la figlia e a cui non piacque affatto.

Bono parla del confronto con Brian Eno sulla lettera d’addio che Bowie gli scrisse una settimana prima di morire.

David aveva scritto a Brian una lettera d’addio, e lui si è confrontato sui contenuti con me. È stato così meraviglioso e “buffo”. È un tipo di lettera di addio surreale, quasi provocatoria, un ultimo bacio definitivo. E ho raccontato a Brian di come David era nei nostri pensieri. Dopo Natale io e mia figlia più grande, Jordan, stavamo ascoltando moltissimo Blackstar. David l’ha conosciuta quando aveva due anni. La chiamava Pixie e lei è da sempre una fan di Bowie.”

Definisce Bowie come un’entità nel mezzo fra l’essere una pop star e un Picasso; considera l’ultimo suo lavoro Blackstar  molto più che arte”, e per questo sia lui che Jordan lo adorano.

Bono rivela di come, nel giorno dell’ultimo compleanno di Bowie, l’8 gennaio, gli abbia fatto, inconsapevolmente, un ultimo regalo:

Gli ho mandato una foto di me e Jordan  dove stavam brindando al suo compleanno quest’anno. Gli ho mandato una lunga e-mail, e una bella poesia di Michael Leunig chiamata Love and Fear” di un solo verso,  “There are only two feelings / love and fear.” ( “Ci sono solo due sentimenti / l’amore e la paura”.) Non ho sentito risposta, ma mi è stato detto che l’ha ricevuta.”

Conclude così, analizzando il lascito musicale e artistico dell’uomo venuto da Marte:

Il panorama musicale di Bowie ha influenzato in un modo che è completamente diverso da tutti gli altri la musica attorno ad esso. Bisogna chiudere gli occhi, immaginare di non parlare inglese e sentire le canzoni e dire: “Quale parte di me viene interpretata da quelle note?” O “Chi altri agisce?”

E nel suo caso, la risposta è nessuno. Quella parte di me viene interpretata solo da David Bowie. In modo che una parte di me ora è vuota – devo trovare altri modi per risvegliarla. Ma mi ha svegliato quando avevo 14 anni“. 

 

Fonte | intervista di Brian Hiatt per RollingStone

Traduzione e articolo a cura di Daniela @daniDpVox e Angelo @Noodles105

Foto in evidenza © Kevin Mazur/Getty

 

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