Una vita da U2ista
Credo non esista al mondo una persona che non abbia cercato una sua identità ad un certo punto della propria vita. Spesso capita nell’adolescenza di voler a tutti i costi entrare a far parte di un gruppo, di sentire dentro di sé il richiamo verso qualcosa o qualcuno che lo rappresenti e che riesca ad esprimere con un simbolo, un particolare indumento o una frase, l’essenza di se stessi.
Qualcuno si riconosce in un particolare modi di vestirsi, in una corrente di pensiero, in personaggi più o meno famosi che la televisione o un altro media ci propone di continuo quasi fino alla nausea. Ma per fortuna, nonostante ci sia la tendenza a volerci uniformare ad un modello comune, ognuno di noi riesce a distinguersi dalla folla e sceglie la propria passione.
Beh, sono mesi che vi parlo della mia passione, quella per gli U2 che sembra proprio non volerne sapere di smettere né di sentirsi annoiata dall’ascoltare canzoni che hanno più dei mie anni e che mantengono il fascino immutato dei tempi in cui sono state suonate per la prima volta. E poi gli U2 sono ben altro che statici e fossilizzati sui suoni degli esordi, dimostrando ad ogni nuova uscita di saper ancora sorprendere come se fossero sempre nella condizione di dover dimostrare cosa sanno fare. Ma noi sappiamo bene che non è così. Chi ha la fortuna come me di ricevere in questi giorni il doppio cd U22, prova in prima persona l’emozione di ascoltare brani che praticamente conosce a memoria, ma in una veste nuova, che altro non è che quella dei concerti più recenti, dove il suono è capace di avvolgerti completamente, a 360gradi, proprio come il nome del loro ultimo tour. Tutto questo a dimostrazione che Bono e compagni non vestono i panni delle star che mantengono le distanze vivendo nel loro mondo, ma che, come noi, hanno bisogno del contatto, di sapere vicine persone come noi, che abbiamo scelto loro come espressione della nostra parte più intima. Sarà colpa del mio coinvolgimento nel progetto dell’U2360GRADI.IT, sarà che ci ho preso gusto a scrivere articoli, ma l’emozione che provo quando ascolto uno qualsiasi dei brani degli U2 è talmente forte da convincermi che qualsiasi cosa sia possibile nella vita, se solo ci si crede veramente.
Infine vorrei rivolgere un pensiero a tutti coloro che nelle prossime vacanze estive avranno la fortuna ed il piacere di visitare uno dei tanti posti descritti, vissuti, immaginati, cantati dalla voce di Bono. Penso a Berlino, New York, Los Angeles, Miami, New Orleans, Dublino, ma anche le nostre splendide città che sono state in più occasioni le protagoniste dei loro concerti. A tutti coloro che cercheranno gli U2 in giro per il mondo vorrei chiedere di portare con sé la voglia di raccontare cosa vuol dire essere U2 siti e di ritornare in Italia con la voglia ancora più grande di condividere le esperienze, gli incontri, le sensazioni raccolte per le strade in cui in tempi diversi hanno camminato quattro famosi amici irlandesi che sono ormai parte di noi.
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