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Speciale The Edge: The Unforgettable Fire e The Unforgettable Fire Tour (1984-1985)

Inserito da on gennaio 3 – 10:24 | 599 visite

War e il relativo tour segnarono per gli U2 il terzo capitolo di una trilogia giunta alla sua naturale fine. Questo fu evidente all’epoca da diverse cose: in primis il desiderio di tutta la band di dare una svolta radicale alla loro musica e al loro sound, con la voglia di rinnovarsi completamente rispetto ai primi album pubblicati.

Gli U2 e Steve Lillywhite già dai tempi di October avevano manifestato la voglia reciproca di interrompere la loro collaborazione, alla ricerca di nuovi orizzonti musicali. Bono, durante uno degli ultimi concerti del War Tour tenutosi a Dublino nell’agosto 1983, annunciò che la band stava per intraprendere un nuovo percorso.

Cominciò quindi la ricerca del nuovo produttore che potesse realizzare il desiderio dei quattro irlandesi: vennero considerati Jimmy Iovine, Conny Plank, il produttore dei Roxy Music Rhett Davies, e infine Brian Eno, che già era stato contattato dalla band ai tempi di War, senza successo. Brian Eno non era molto convinto di lavorare con gli U2, ma alla fine decise di accettare di diventare il nuovo produttore della band irlandese, affiancato dal fido Daniel Lanois.

La band decise di cambiare anche studio di registrazione, registrando buona parte di The Unforgettable Fire allo Slane Castle. Brian Eno aveva sconvolto, o quasi, il modo di lavorare degli U2, insistendo sulle improvvisazioni, arricchendo e modificando quasi completamente il sound della band irlandese, nelle ritmiche, nelle dinamiche, e soprattutto aggiungendo una componente “elettronica”, fatta di tastiere e sintetizzatori.

Per quanto riguarda The Edge troviamo nell’album un cambiamento sia nel suo stile che nel suo approcciò alla composizione, con una chitarra nel mix  leggermente più bassa e più volta a suonare parti meno complesse ma più studiate.

Anche per la sezione ritmica degli U2 riscontriamo in The Unforgettable Fire dei cambiamenti. Se prima Larry Mullen suonava ritmiche marziali e martellanti, ora la sua batteria diventa più elegante e meno invadente; lo stesso si può dire del basso di Adam Clayton, che nell’album si fa meno tagliente ma più coeso con la canzone.

A Sort Of Homecoming
La prima traccia del quarto album da studio della band irlandese rappresenta già il manifesto dei nuovi U2: la batteria suona uno shuffle poliritmico, Edge ritorna alla Gibson Explorer suonata con il VOX AC30, che esegue un arpeggio delicato in delay modulato (formula che verrà usata dagli U2 fino a diventare il marchio di fabbrica di The Edge), basso dolce di Adam Clayton e voce delicata di Bono, che ora non grida più ma si tieni su registri bassi, caldi e suadenti. I cori che si sentono nella canzone vengono interamente fatti da The Edge. In questo brano per tutta la sua durata la chitarra è sovrapposta alle tastiere, che insieme formano un background quasi onirico, pertanto non si riesce sempre a differenziarle, ed è qui che probabilmente sta la grandezza del chitarrismo di The Edge: pur essendo caratterizzato da parti semplici, se contornato dai giusti effetti può riempire la canzoni come se ci fossero più strumenti sotto.

Pride (In The Name Of Love)
Probabilmente uno degli inni più famosi del gruppo irlandese, il primo singolo del nuovo album è un omaggio a Martin Luther King composto durante la fine del War Tour e sin da subito dimostrò un altissimo potenziale; la produzione di Eno e Lanois diede alla canzone una veste più elegante.
Il brano si apre con gli armonici probabilmente più famosi usati da The Edge, che sono supportati da una sovra incisione di chitarra che suona ghost notes sul groove di basso e batteria. Ecco il riff principale della canzone, al solito eseguito su powerchords alti in delay a ottavo puntato sugli accordi di SI, MI, LA, FA#m destinato a diventare uno dei riff più iconici della band. La seconda strofa dopo il primo ritornello abbassa la dinamica, The Edge non suona più il riff ma esegue gli accordi di SI e LA arpeggiati sempre in delay ad ottavo puntato, tuttavia è sospetto l’uso per la prima volta dello Shimmer: un effetto inventato e messo a punto da The Edge proprio tra gli anni di The Unforgettable Fire e The Joshua Tree, che in realtà non è che la combinazione di più effetti quali riverberi, delay e pitch shifter che aggiunge al suono della chitarra uno sfondo che ricorda molto un pad, conferendo alle parti suonate una percezione tridimensionale di esse e quindi molto piene e armoniose. Dopo il secondo ritornello avviene un cambio di tonalità che serve a dar spazio a quello che è l’assolo della canzone. Un assolo in sé abbastanza semplice di tre note che tuttavia può risultare insidioso per chi lo suona, poiché la velocità di esecuzione delle tre note con il legato e il delay potrebbero disorientare il musicista. Nel bridge successivo vi è un’altra sovra incisione sopra il riff principale che altri non è che un arpeggio in delay sulle corde del Sol e del Mi sulle note principali dello stesso, tuttavia non verrà mai eseguito live da The Edge.

Wire
Questa probabilmente è l’unica canzone da The Unforgettable Fire che richiama le sonorità del precedente War: tornano il basso in slap tagliente di Clayton e la batteria marziale di Larry Mullen. La chitarra di Edge parte con un arpeggio in Delay molto veloce, per poi aprirsi in una sfilza di sovra incisioni nella strofa caratterizzate da ritmiche in ghost notes con il Delay modulato e accordi modulati dalla Whammy Bar della chitarra (leva che agisce sul ponte della chitarra che serve a variare temporaneamente la tensione delle corde), per poi rientrare nel ritornello in quelle sonorità ambient con degli accordi arpeggiati con il solito delay modulato. Bono ritorna a melodie meno aggraziate ma sicuramente più aggressive e decisamente urlate. Pur essendo una canzone molto movimentata e la più diversa per genere musicale nel contesto dell’album, mantiene comunque quell’eleganza e quella pulizia tipica della mano di Brian Eno.

The Unforgettable Fire
La title track, dopo il parziale ritorno alle sonorità di War con Wire, ritorna alle premesse dei primi due brani creando probabilmente uno dei più grandi capolavori della band pre The Joshua Tree. Abbiamo delle sonorità che spaziano dall’ambient alla musica orchestrale, e nel finale al pop, che abbracciano tutta la canzone dall’inizio alla fine. La batteria esegue una parte abbastanza semplice ma molto incisiva che nel mix appare decisamente riverberata nel rullante (cosa tipica degli anni ’80). Il basso di Clayton è altrettanto semplice quanto incisivo nella canzone, si sente qualche slap nella strofa ma che ci sta benissimo; The Edge in questa canzone si alterna in studio (e anche in live vedremo) tra chitarra e pianoforte. Il pianoforte, come si può sentire dall’arpeggio nella strofa e gli accordi nel ritornello, riveste un ruolo decisamente più centrale rispetto alla chitarra che invece si limita ad eseguire degli armonici in delay e degli arpeggi molto semplici in un accordatura aperta abbastanza insolita per la chitarra (FA LA RE RE SOL RE), usata esclusivamente per questa canzone.

Promenade
Questa è il tipico esempio di come la chitarra abbia radicalmente cambiato il suo volto con i nuovi produttori: The Edge incontra Brian Eno in una sorta di eterea combinazione di armonici, mono note e arpeggi in delay delicatissimi che accompagnano il cantato ormai vellutato di Bono e il resto del gruppo.

4th Of July
il sesto brano dell’album è un brano strumentale nato da un improvvisazione in studio di The Edge e Adam Clayton saggiamente registrata a loro insaputa, e poi sistemata. Ecco che abbiamo un giro di basso ipnotico che si ripete lungo tutta la canzone, e una serie di accordi con la chitarra in delay molto riverberati, e con quello che sarà l’effetto che caratterizzerà il sound U2 dalla fine degli anni 80 ad oggi, ovvero lo Shimmer. Ci sono sovra incisioni di alcuni fills (dall’inglese “riempitivi) fatti con la chitarra che comprendono l’utilizzo dello slide, l’esecuzione di ghost notes e qualche arpeggio impercettibile.

Bad
Ecco un’altro eclatante esempio dell’influenza di Eno nella band di Dublino: Bad è una canzone che si configura come un loop di due accordi (LA e RE) eseguiti per circa sei minuti, all’interno dei quali a dare dinamismo alla canzone sono soltanto le parti di chitarra che variano dal caratteristico arpeggio in delay (in studio diviso su due tracce), all’arpeggio su accordi più liquido che caratterizza il ritornello, e le ingegnose sequenze elettroniche di arpeggiatore ideate da Eno, con gli archi. Come dicono gli U2 stessi Bad fu come” un’impossibile collisione di culture, un modo diverso di comporre, una sorta di Philip Glass che incontra Astral Weeks, Van Morrison incrociato con l’elettronica tedesca“. Abbiamo quindi il primo vero approccio con la musica elettronica in studio, che poi esploderà negli anni 90 e che mai abbandonerà la band.

Indian Summer Sky
Dopo l’ipnotica Bad si ritorna parzialmente alle sonorità di War, con un The Edge che passa ai suoi classici armonici semi distorti, agli arpeggi e il groove tramite ghost notes. Adam Clayton torna ai giri di basso in slap, e Larry Mullen rispolvera i ritmi martellanti che lo avevano contraddistinto fino a quel momento. D’altro canto Bono sembra aver abbandonato quasi definitivamente il cantato urlato prediligendo un cantato più vellutato: anche gli acuti sono più controllati. Vale il discorso fatto per Wire: ritorno parziale alle sonorità della prima trilogia degli U2, tuttavia con l’eleganza e le nuove sonorità più “ambient” introdotte da Brian Eno.

Elvis Presley And America
Con questa canzone possiamo osservare nuovamente tutta la personalità di Brian Eno, oltre che nelle sonorità, anche nel modo di lavorare. Il brano infatti parte dalla traccia di batteria di A Sort Of Homecoming però rallentata (la stessa tecnica verrà utilizzata per creare Love is Blindness dalla drum track rallentata di I Still Haven’t Found What I’m Looking For).La voce di Bono pare essere stata registrata in un unico take totalmente improvvisando, cosa degna della filosofia di approccio competitivo di Eno. Torna la chitarra acustica di The Edge e le sue ormai consolidate sovra incisioni di single notes e armonici, con la chitarra elettrica.

MLK
il brano che chiude l’album è una ninna nanna dedicata a Martin Luther King, dove spiccano unicamente la voce di Bono e i sintetizzatori suonati da Brian Eno e da The Edge.

 

 

THE UNFORGETTABLE FIRE TOUR
il tour a supporto del quarto album degli U2 si divise in sei leg, che tennero impegnata dal 29 agosto 1984 al 25 Agosto 1985, toccando per la prima volta l’Oceania e l’Italia, con l’esibizione sul palco del Live Aid del 13 luglio 1985 che consacrò definitivamente la band a livello mondiale.

La scaletta tipo di questo tour si incentrava maggiormente sul blocco War / The Unforgettable Fire dando molto meno spazio ai primi due album. Per la prima volta la band si trovò a dover suonare con l’ausilio delle backing track. Questo era il caso di quelle canzoni dove erano presenti suoni di sintetizzatore non replicabili da nessun membro della band; esempio lampante è Bad la cui sequenza di arpeggiatore e synth veniva inserita in loop da inizio canzone.

Diverso è il caso di The Unforgettable Fire, dove nella versione live The Edge si alterna tra gli armonici eseguiti con la chitarra elettrica (una Fender Telecaster accordata appositamente per quella canzone), il pianoforte del ritornello, e l’uso inedito dell E-Bow (un congegno che crea un campo magnetico attorno alla corda così da prolungare il sustain all’infinito) al posto della sequenza d’archi: il tutto con sotto l’uso delle basi per l’arpeggio di pianoforte.

Ancora diverso il caso di MLK poiché il synth viene suonato interamente da The Edge. La collaborazione tra Eno e gli U2, vedendo l’utilizzo di suoni sempre più complessi e non replicabili dal vivo, porterà innanzitutto una distinzione netta tra gli arrangiamenti in studio e quelli live, che porteranno il chitarrista degli U2 a sperimentare ancora di più con i suoni, nonché a trovarsi addirittura a comporre parti alternative più efficaci di quelle nel disco.

 

Foto in evidenza © Peter Carrette

Per ulteriori approfondimenti su The Unforgettable Fire e il The Unforgettable Fire Tour: U2Songs: la discografia di The Unforgettable Fire U2gigs: il The Unforgettable Fire Tour

Precedenti articoli della rubrica “Speciale The Edge“: Vi presentiamo la rubrica “Speciale The Edge” a cura di James Vignotto Speciale The Edge: 1976-1980 il periodo pre-Boy Speciale The Edge: Boy e il Boy Tour (1980-1981) Speciale The Edge: October e l’October Tour (1981-1982) Speciale The Edge: War e il War Tour (1982-1983)

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