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Chi è Angelino Lanzino? Intervista a ‘Bono’ Made in Italy

Inserito da on gennaio 11 – 09:00 | 4.070 visite

Iniziamo così questa intervista a colui che oltre ad essere un fan U2 è considerato “Special Guest” nei vari locali ed è  definito come il Bono italiano. Nato a Pietraperzia un comune italiano di circa  7.000 abitanti della provincia di Enna in Sicilia, ora vive a Casal Monteferrato in Piemonte. Cresciuto ascolando musica di ogni genere, strizzando l’occhio ai Depeche Mode, fino a scontrarsi con la realtà che gli avrebbe cambiato la vita, gli U2. Da quando è stato riconosciuto come “Bono”, gira per locali in qualità di personaggio speciale nei vari concerti della tribute band Rejoice (vedi news sui Rejoice) e nei vari raduni U2. Intervistato per testate giornalistiche, scambiato per Bono ovunque, ha avuto il piacere di farsi una chiaccherata anche con il team di Radio Deejay. E noi di U2360GRADI? Bhe non potevamo mancare all’appello!

 

Come ti sei accorto della somiglianza con Bono, o chi te l’ha fatta notare?

Della somiglianza con Bono me ne sono accorto in Messico semplicemente guardando una foto pensai fossi io. Era il 1997 ed è proprio da lì che iniziai a seguire bene l’artista come aspetto fisico.

Seguivi gli U2 ancora prima di diventare il sosia ufficiale di Bono? Se si, come sei arrivato ad ascoltarli e perché?

Ascoltavo già gli U2 oltre ai Depeche Mode; ma gli U2 sulle note di “Where The Streets Have No Name” mi facevano volare su di un altro pianeta facendomi sentire dentro qualcosa di magico, cosa che accade ancora oggi.


Si dice che tu canti in una tribute band, come li hai conosciuti e cosa ti piace di più dell’essere il cantante di una rock band? Ti piace la somiglianza con il leader degli U2, cantare le sue stesse canzoni o altro?

Beh, io non sono il cantante ufficiale della tribute band, dei Rejoice, il vero leader è Enni Vox (Angelo Liaci). Collaboro con loro in qualità di Special Guest nei loro spettacoli. Ho conosciuto questa band a Torino, durante alcune prove ed è stato amore a prima vista. Per quanto riguarda la somiglianza è un’onore perchè in verità io non sono un cantante vero e proprio, semplicemente mi diletto ad omaggiare il mio idolo. Una bella cosa sarebbe se al raduno dei fan degli U2 previsto a Dublino ad aprile, il gruppo locale facesse suonare dei pezzi insieme ai Rejoice. Noi ne saremmo felicissimi. Stimo molto anche gli Achtung Babies, il cui cantante Christian riesce ad essere Bono sia vocalmente e sia nei movimenti, riuscendo a darmi le stesse emozioni del vero Bono.

So che hai incontrato Bono già in diverse occasioni: cosa ti ha colpito maggiormente di questi incontri? Di cosa avete parlato e come ti è sembrato Paul Hewson come uomo?

Ho incontrato Bono diverse volte: la prima è stata al Carlton Hotel di Cannes dove ci siamo trovati ad un metro di distanza l’uno dall’altro. In quell’occasione abbiamo parlato di questa somiglianza tra noi e del fatto che parecchia gente fotografasse me e non lui. Come uomo lo metterei a capo dell’Onu perchè sa essere padre e rock star al momento giusto, sa essere Paul e quando, invece divenire Mr Vox.

E’ impegnativo essere il sosia di Bono? Come è cambiata la tua vita dalla prima volta che sei stato “scambiato” per Bono? E come vivi la tua quotidianità con questa consapevolezza?

Diciamo che non è impegnativo. Io vivo del mio lavoro di vigilante ma la soddisfazione c’è quando vengo chiamato per fare qualche spot pubblicitario al posto di un altro sosia più simile a Bono di me.

Quale è stato il tuo primo concerto degli U2? Quale ti è piaciuto di più e perché?
Il mio primo concerto è stato quello di Reggio Emilia; all’epoca facevo l’animatore turistico in Tunisia, mi ero inventato un funerale di un parente per potermi far dare il permesso di rientrare in Italia.
Forse il concerto che mi è piaciuto di più è stato a Roma nel 2010; lo considero unico per la scenografia che entrerà nella storia di tutti i tempi.

Cosa ti aspetti nel prossimo futuro dagli U2? Ultimamente si leggono notizie discordanti sul loro futuro, sia riguardo un nuovo album, sia su un ipotetico (e speriamo impossibile) scioglimento. Tu cosa ne pensi? Che idea hai in proposito?

Si dicono molte cose su di loro; lasciamo che si riposino e lavorino in studio e se tutto andrà per il verso giusto saremo ancora una volta sotto il palco a cantare “One Love, One Life..”.

Ti è mai capitato di essere infastidito da questa somiglianza o ci sono stati episodi in cui avresti voluto avere una faccia diversa?
Mi infastidisce quando la gente mi giudica senza conoscermi, senza sapere proprio nulla di me. Ho sempre detto di non essere e di non sentirmi Bono, anche perché siamo tutti capaci di indossare un paio di occhiali da sole. Siamo tutti sosia del mito. Voglio semplicemente vivere il mio amore per gli U2 insieme ad altri fan.

Qual è stato il momento più bello da quando sei stato riconosciuto come sosia ufficiale?

Non mi reputo sosia ufficiale, ma è stato bello quando a Torino, Bono, davanti a centinaia di persone, mi ha chiamato per nome e mi ha abbracciato. La foto che è stata scattata ha fatto il giro del mondo, sembravamo allo specchio; Bono & Bono. Da quella serata ho fatto diversi spot per Radio Deejay e numerose serate con i Rejoice.

Qual è la canzone che più ami degli U2 e perché? E con quale canzone ti piace esibirti in pubblico?

Adoro “Out of Control” perché mi trasmette adrenalina invece mi piace esibirmi con Miss Sarajevo, soprattutto perché la parte lirica è una sorta di sfida per me. So che la gente applaude per la bellezza del testo piuttosto che per la voce ma per me è comunque una grande emozione.

Hai incontrato gli altri componenti della band? Se si, come è andata? Cosa ti ha colpito di loro?

Ho incontrato Edge ed Adam; Adam è davvero un Lord, sempre sorridente e disponibilissimo. Edge, invece, era più impegnato a fare foto con il suo telefonino per poi taggarle su twitter. Comunque li ho trovati entrambi disponibili.

Se non fossi il sosia di Bono, c’è un altro personaggio a cui vorresti somigliare e perché?

Vorrei somigliare solo ed esclusivamente ad Angelino Lanzino perché è la faccia che Dio mi ha donato dalla nascita.

C’è qualche progetto futuro di cui puoi parlarci, che riguarda gli U2 o la tribute band in cui canti o comunque tutti noi fan?

Per le news riguardo gli U2 io mi rifaccio a quelle riportate dai siti più importanti; mentre sui Rejoice posso dire che il 13 gennaio saremo impegnati a Milano al Legend 54 in una serata di beneficienza in favore di un ospedale in Tanzania. Siamo felicissimi di omaggiare gli U2 facendo serate di questo genere per aiutare chi ne ha realmente bisogno. La nostra fondazione non è One, ma siamo i Rejoice ed il cuore è grande.

C’è un ricordo particolare legato al concerto di Torino 2010?
Il ricordo è quello in cui Bono mi ha preso da parte e mi ha abbracciato. Quell’abbraccio lo condivido con tutti coloro che adorano gli U2.

Vorresti ringraziare qualcuno prima di concludere questa intervista?

Vorrei ringraziare gli amici di Roma, Luca Bufalo, Alessandro Marini, Stefano Tallone, Angelo Guidelli, con la sua Vertigo car, poi Andrea Morandi e voi di U2360GRADI.IT.

 

 

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